Il caso è serio: un articolo di Bloomberg afferma che i server di trenta aziende, tra cui Apple e Amazon , sono stati "hackerati" dal servizio segreto cinese.
Le spie avrebbero installato microchip direttamente sulla scheda madre per recuperare tutte o parte delle informazioni che passavano attraverso questi server. Tutto parte da una scoperta sconcertante di Amazon; uno dei server Elemental (negli Stati Uniti) del colosso dell'e-commerce conterrebbe un microchip non più grande di un chicco di riso; c'è però un problema, questo microchip non fa parte del progetto originale della scheda madre del server. Queste schede madri sono prodotte da Supermico, un fornitore cinese, i dubbi dunque cadono su quest'ultimo. Un'analisi del microchip avrebbe confermato i timori degli ingegneri di Amazon: il chip avrebbe consentito uno spionaggio informatico attraverso una backdoor, e questo su qualsiasi rete. La scoperta è più che sensibile: i server Elemental sono utilizzati dal Dipartimento della Difesa, per il controllo dei droni della CIA, sulle navi da guerra della Marina. Apple sarebbe stata una delle prime aziende a conoscenza del caso. Nel 2015, un dirigente di Cupertino avrebbe scoperto gli stessi microchip su alcuni server della compagnia prima di informare l'FBI a tempo debito. Nessun dettaglio sarebbe stato filtrato internamente in considerazione dell'estrema gravità dell'hacking. Poco dopo aver ottenuto questo microchip, Apple avrebbe deciso di sbarazzarsi di tutti i server prodotti da Supermicro, 7000 macchine sostituite in tempo record. Stranamente, Cupertino non ha ritenuto opportuno notificare questo enorme ricambio nei suoi libri contabili. Questa è la versione dell'articolo di Bloomberg, che scatena l'effetto di una vera bomba. Apple, tuttavia, non soddisfatta del contenuto giornalistico , ha risposto con una reattività molto insolita; Cupertino ritiene che le fonti di Bloomberg siano errate e disinformate . Tutto deriva dalla confusione con un altro caso risalente al 2016: Apple sostiene che durante quell'anno i suoi ingegneri hanno trovato driver infetti in uno dei server SuperMicro e che il bug rilevato non aveva nulla a che fare con un attacco o qualsiasi hack. Un'altra fonte anonima di Apple ha anche dichiarato al sito AppleInsider che il contenuto dell'articolo di Bloomberg era " ridicolo " e soprattutto completamente " falso " ". Da parte sua, l'azienda cinese SuperMicro ha smentito le accuse di Bloomberg. |
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Ciao sono Simone ho 23 anni e sono sempre stato attratto dal mondo degli smartphone, dall'informatica e dalla tecnologia, proprio per questo ho aperto il mio blog, per trasmettervi un po' della passione. Archivi
Agosto 2020
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